E' online l'Indagine Excelsior per l'anno 2022 relativa agli sbocchi professionali dei laureati nelle imprese con circa 285.000 interviste, campione rappresentativo delle imprese con dipendenti dei diversi settori industriali e dei servizi.
La guida per l’orientamento fornisce alle aspiranti matricole universitarie le informazioni strategiche sulle attuali potenzialità del mercato del lavoro, le richieste di laureati e le competenze richieste dalle imprese.
E’ articolata in tre parti: una prima parte descrittiva, presenta il quadro generale derivato dall’analisi dei fabbisogni delle imprese e degli esiti occupazionali a 2 o a 5 anni dal conseguimento della laurea. Completa questa prima parte un glossario per l’orientamento. Seguono poi le schede per indirizzo di laurea e per professione di sbocco.
La scelta del percorso di laurea deve essere una scelta consapevole, basata sui propri interessi, sulle proprie capacità ma anche sulla conoscenza di quali sono le prospettive dei vari titoli di studio in rapporto alle esigenze del mondo del lavoro.
Come scegliere il proprio percorso dopo il diploma?
La pubblicazione risponde ad alcune domande che si pongono i ragazzi al momento delle loro scelte in merito al proprio percorso di studi e di vita come “quali sono le professioni che offrono maggiori opportunità lavorative?” e “quali sono le competenze che è utile avere o sviluppare per essere apprezzato sul mercato del lavoro?”.
La guida ospita per ciascun indirizzo di laurea una scheda con informazioni di dettaglio su quelle che sono le opportunità di lavoro, gli sbocchi professionali, le professioni di più difficile reperimento, le competenze richieste, i settori e i territori di inserimento.
La guida contiene anche le schede sugli indirizzi di studio e il valore delle retribuzioni lorde annue iniziali (RAL) associate alle professioni di sbocco dei diversi percorsi formativi.
Nel 2022 le imprese dell’industria e dei servizi richiedono - dato Italia - 783mila con un netto incremento rispetto al 2021 (634mila laureati nel 2021). Questi rappresentano il 14% del totale degli ingressi nelle imprese;
In Abruzzo c'è maggiore richiesta di laureati in indirizzo economico (2.630), ingegneria civile e architettura (1.020), sanitario e paramedico (1.010) e ingegneria industriale (860).
Per le imprese intervistate in Abruzzo, c'è maggiore difficoltà di reperimento in ingegneria elettronica e dell'informazione (71%), chimico-farmaceutico (62%) e sanitario e paramedico (51%)
Quali sono le possibilità occupazionali offerte ai laureati?
La guida offre un’analisi sulle professioni proposte ai laureati, sulle cosiddette professioni “introvabili” e si focalizza anche su quali siano i settori economici che richiedono di più i laureati. Per ciascuna professione di sbocco per i laureati è presente una scheda con informazioni di dettaglio sulle caratteristiche e competenze da sviluppare.
l tasso di occupazione dei laureati
Per arricchire ulteriormente il quadro informativo si è presa in considerazione anche l’indagine sulla “Condizione occupazionale dei laureati” di AlmaLaurea anno 2022:
L’ultima rilevazione disponibile ha coinvolto 655mila laureati di 76 Atenei e ha analizzato i risultati raggiunti nel mercato del lavoro dai laureati nel 2019, 2017 e 2015, intervistati rispettivamente a 1, 3 e 5 anni dal conseguimento del titolo.
La fotografia a un anno dal titolo fornisce una panoramica del primo inserimento nel mercato del lavoro, mentre quella a cinque anni consente di valutare l’esito occupazionale in una condizione di maggiore stabilizzazione.
La lettura congiunta di questi dati, unitamente a quelli del Sistema Informativo Excelsior, compone un quadro più completo del dualismo tra domanda e offerta.
Le esperienze lavorative, a prescindere dalla loro natura e continuità, rappresentano fattori che esercitano un effetto positivo sulle possibilità occupazionali a un anno dal termine del percorso di studio. A parità di ogni altra condizione, infatti, i lavoratori-studenti (ovvero coloro che hanno avuto esperienze di lavoro continuative e a tempo pieno per almeno la metà della durata degli studi) hanno il 43,2% di probabilità in più di essere occupati rispetto agli studenti che giungono alla laurea privi di qualsiasi esperienza di lavoro.