Nel volume “Lavoratori immigrati” vengono presentate le informazioni sulle entrate programmate dalle imprese dei settori industriali e dei servizi nel 2021, elaborate nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, che riguardano nello specifico i lavoratori stranieri, permettendo di analizzare le caratteristiche e consentendo di confrontare con la domanda di lavoro nel suo complesso.
La condizione occupazionale dei lavoratori stranieri in Italia
Nel 2021 le entrate di personale immigrato previste dalle imprese sono 673 mila (in Abruzzo 13.180): si registra quindi un notevole recupero rispetto al dato dello scorso anno, quando in piena emergenza sanitaria le assunzioni programmate di lavoratori stranieri avevano subito una marcata contrazione, attestandosi a 451 mila unità. La richiesta di manodopera straniera da parte delle imprese si è così riportata sopra i livelli pre-crisi. L’incidenza di lavoratori stranieri sul totale delle entrate programmate risulta quindi in crescita, e passa nell’ultimo biennio dal 13,6 al 14,5%.
Dai dati emerge poi che nel 2021 il 34% delle entrate previste di personale straniero riguarda la sostituzione di personale in uscita, mentre per il 12% si tratta di assunzioni di figure nuove non precedentemente presenti nell’organico dell’impresa.
I principali settori economici di impiego
Nel 2021 il comparto dove si registra il fabbisogno di personale immigrato più consistente è ancora quello dei servizi, che con 483 mila entrate programmate assorbe circa i tre quarti degli ingressi di personale straniero previsti; mentre il fabbisogno espresso dalle imprese appartenenti al settore industriale si attesta a 190 mila entrate programmate.
Rispetto al periodo pre-crisi del 2019, dai dati del 2021 emerge come vi siano alcuni settori che hanno pienamente recuperato. Gli ingressi di immigrati superano i livelli del 2019 in molti settori del comparto industriale: l’industria alimentare e il settore dell’edilizia, con quasi 20 mila entrate aggiuntive, peraltro, il settore ha anche registrato un generale incremento della difficoltà di reperimento della manodopera. L’unica rilevante eccezione nell’industria è rappresentata dal settore tessile e dell’abbigliamento.
Fra i settori dove le assunzioni previste dalle imprese non sono ancora tornate sui livelli del 2019 vi sono diversi comparti del terziario, come in particolare i servizi operativi di supporto alle imprese.
All’interno del comparto dei servizi, invece, l’eccezione è rappresentata dal commercio, che in aggregato vede un incremento delle entrate programmate del 10,7% tra il 2019 e il 2021 (in questo settore rientrano, infatti, anche le vendite on-line, che nel periodo esaminato hanno subito un'importante accelerazione, con la necessità quindi da parte delle imprese di un numero maggiore di addetti alle consegne); dai servizi di trasporto e magazzinaggio (+17,3%); e dalla sanità e assistenza sociale (+20,6%).
Parallelamente al recupero delle assunzioni previste, il 2021 registra, rispetto ai livelli pre-crisi, anche un aumento dell’incidenza delle assunzioni ritenute di difficile reperimento dalle aziende. Nel complesso su 670 mila assunzioni rivolte a stranieri, sono 263 mila quelle per le quali le aziende indicano difficoltà nell’individuazione dei candidati.
In termini assoluti le difficoltà di reperimento sono concentrate nel comparto del turismo, nelle costruzioni, nei “Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio”, nei “Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone” e anche nel settore della “Sanità e assistenza sociale”.
Le principali tendenze della domanda di lavoro immigrato
La distribuzione delle entrate di lavoratori stranieri per grandi gruppi professionali mostra come nel nostro Paese i lavoratori immigrati siano tendenzialmente concentrati sui profili professionali esecutivi (Pescara mostra un dato in controtendenza). L’evoluzione della distribuzione delle entrate per grandi gruppi professionali negli ultimi anni indica inoltre che tra il 2019 e il 2021 per il personale immigrato è diminuito il peso delle categorie intermedie, in particolare del gruppo composto dagli impiegati e dai professionisti nel commercio e nei servizi). E un calo ancora più marcato ha caratterizzato le professioni non qualificate.
Tali andamenti sono controbilanciati dall’aumento della quota di operai specializzati e conduttori di impianti che ha raggiunto il 36,7% d’incidenza sul totale delle assunzioni previste di personale straniero da parte delle aziende, contro il 32,3% che si era registrato nel 2019.
Queste dinamiche seguono i trend complessivi e quelli che riguardano i lavoratori non immigrati, accentuando in qualche caso la portata. In particolare, la contrazione osservata per le figure impiegatizie e per il personale non qualificato è in parte legata al fatto che la crisi economica causata da Covid 19 ha comportato un calo significativo di occupati nelle professioni esecutive (specie del commercio) e di quelle meno qualificate.
Parallelamente l’aumento della richiesta di conduttori di impianti e di operai specializzati ha un evidente riscontro settoriale nell’aumento degli ingressi previsti nel settore edile, che ha trainato la ripresa del 2021.
I titoli di studio e le professioni dei lavoratori immigrati
L’indagine Excelsior permette anche di individuare per ciascun titolo di studio le principali professioni richieste dalle imprese. Questo quadro consente di fornire un’indicazione sui possibili percorsi di studio che possono consentire ai lavoratori stranieri di orientarsi nelle scelte formative.
I dati indicano che nel 2021 le professioni con il maggior numero di laureati di nazionalità non italiana sono quelle in ambito sanitario, in particolare le “Professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche” e le “Professioni sanitarie riabilitative”. La domanda delle imprese rivolta a queste figure ammonta a quasi 10 mila unità.
Anche per quanto riguarda le entrate previste di personale immigrato con diploma, le figure maggiormente richieste dalle imprese rientrano nell’ambito sanitario o dell’assistenza e accudimento di persone non autosufficienti. Nelle prime posizioni si trovano infatti gli “Addetti all’assistenza personale” e le “Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali” per le quali sono previsti complessivamente 32.590 nuovi contratti nel corso del 2021.
Venendo alla richiesta di figure con un titolo di qualifica e diploma professionale da parte delle imprese, le professioni più richieste nel 2021 risultano i Cuochi in alberghi e ristoranti, gli Elettricisti nelle costruzioni civili e professioni assimilate e i Baristi.